giovedì 27 ottobre 2011

Simonetta Boscolo, Sara Colombo: Digital Storytelling: un Ponte tra Presente, Passato e Futuro


Molti docenti delle prime fasce dell’obbligo scolastico utilizzano la metodologia dello storytelling in modo più o meno consapevole. Nell’era del digitale e dei digital native essa però si trasforma e si sviluppa per comprendere comunità sempre più allargate e sempre più in grado di condividere e collaborare.
La tecnologia può diventare allora un mezzo per attività antiche, per azioni ancestrali. Nulla di nuovo all’orizzonte se sappiamo vedere il conosciuto chiamandolo magari Digital Storytelling, se continuiamo a vedere l’essere umano attivo, partecipe, consapevole, propositivo, protagonista.
La sfida per la scuola è quindi quella di assolvere il suo compito educativo a 360° riflettendo sulle proprie metodologie, creandone di nuove o adattandole alle finalità da raggiungere. Non si può relegare la parte tecnologica ad un’area a sé stante, asettica, ma deve assurgere al ruolo importante di nuovo ambiente di vita, educativo, sociale e di apprendimento delle generazioni attuali e future.

http://www.chioggia2.it/chioggia2/formadocenti/indexformazione.htm
http://ilblogdellemozioni.blogspot.com/

4 commenti:

  1. Sono d'accordo, lo storytelling fa parte della valigia degli attrezzi dell'insegnante...la didattica potrebbe e dovrebbe essere pensate come un flusso narrativo e dialogico, in cui ogni disciplina costruisce la sua storia con l'apporto attivo e partecipato degli alunni.
    R. Schank, che abbiamo ascoltato al convegno, parla a proposito di "Story-centerd curriculum".
    Raccontare storie utilizzando diverse modalità, e mai come ora, vediamo convergere i diversi strumenti e linguaggi nella tecnologia digitale, che permette di dare senso ed efficacia alla narrazione.
    Strumenti tecnologici non fini a se stessi,ma a supporto del pensiero, dell'attività cognitiva ed emozionale, della metacognizione, della partecipazione responsabile e della condivisione.
    Il dst permette di coniugare metodologie tradizionali con supporti e strumenti nuovi che cercano stabilire un ponte tra i contenuti scolastici e la vita che scorre fuori dall'aula.
    Ma non solo, questa metodologia multidimensionale permette di riflettere sulla identità della classe, che può diventare consapevole delle proprie potenzialità e responsabile della inclusione di ogni singolo appartente.
    A tale proposito ho sperimentato questa prospettiva, in cui la classe costruisce un dst per un compagno con bisogni speciali che, naturalmente, diventa anche trasferibile ai bambini delle classi inferiori.
    Una metacognizione cognitiva ma soprattutto etica e civica non indifferente!
    Ringrazio per lo spazio :)
    francesca

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  2. ero al convegno e devo dire che il vostro intervento è stato molto significativo ed innovativo. Trovo che siete insegnanti attuali, appassionate e corresponsabili, capaci di "sfruttare" le risorse disponibili nel web e tradurle in strumenti utili nella didattica.
    C'è da impegnarsi a divulgare sempre di più progetti di questa portata.
    enrica

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